
Ho acquistato di recente un libretto dal titolo "Lettere ad un'amata", una raccolta di lettere scritte da Klimt a Marie. In queste missive il pittore parla del suo lavoro, delle sue inquietudini, dei proprio sforzi e tormenti. Riusciamo ad addentrarci un pò nella sua vita e scopriamo la sua disarmante umanità. Leggo queste lettere in un ventoso, ma soleggiato, mezzogiorno di febbraio. Anch'io, come racconta Klimt, quando il tempo è clemente esco all'aria aperta, per pensare nel modo più penetrante e per cercare un vero rilassamento.
"Amata Mizzi,
Dipingere è difficile, molto difficile, lo so bene io cara Mizzi; mi sono parecchio tormentato in campagna, ho quasi finito cinque quadri, ma non ne sono molto contento...
...ho studiato un pò l'arte giapponese, e la mattina presto, il giorno e la sera ho girato con il mio "mirino", ovvero sia un foro ritagliato in un pezzo di cartone per cercare dei soggetti da dipingere...
...se il tempo è bello vado al bosco vicino, dipingo un pò il faggeto, con alcune conifere nel mezzo, faccio un bagno nel lago e qui dipingo un altro pò...
...Così andiamo avanti a lavorare nella speranza di realizzare qualcosa, si può sperare di sicuro, specie quando le mie tele sono ancora tutte bianche come specchi...
...qui non ho potuto fare quasi niente all'aperto negli ultimi 14 giorni, sono già in una grande irritazione per non riuscire a portare a casa niente di finito..."
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