venerdì 18 aprile 2008

Non pensarci

Interpretato da un convincente Mastandrea, è commovente e divertente allo stesso tempo il nuovo film di Zanasi.
Stefano, chitarrista rock che sbarca il lunario, dopo aver scoperto il tradimento della fidanzata, decide di riflettere sulla sua vita e di cercare un po’ di tranquillità tornando per un po’ dalla sua famiglia, a Rimini.
Al suo arrivo le sorprese però saranno molte perché troverà il fratello, in crisi sia sentimentale che lavorativa a causa della cattiva gestione dell'azienda di famiglia, la sorella sempre sola con i delfini dell’acquario e i genitori invecchiati.

Una commedia realistica che parla di precariato lavorativo e sentimentale, dell’insicurezza e della fragilità umana e della ricerca, attraverso un immagine sociale che spesso non corrisponde alla realtà, di una apparente sicurezza. Ma l'apparenza deve sempre essere rispettata, bisogna vestirsi nel modo giusto e partecipare a feste e riunioni non per il piacere di condividere un momento ma per poter essere accettati.
Per Stefano non è facile comprendere ed affrontare questo mondo ottuso e pieno di ipocrisie, costruito con schemi mentali della classe media ma dovrà scendere a compromessi per cercare di risolvere i problemi dei suoi familiari. Tra crisi di nervi, liti, frustrazioni e rivelazioni scottanti, la solidarietà familiare può ancora riservare qualche sorpresa.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo film si è rivelato una sorpresa, per me appassionata di tutt'altro genere, ed ha aperto uno spiraglio nel muro che mi separava dai "film italiani". L'incipit mi ha fatto temere (è così lontana dalla mia sensibilità quella musica/rumore ad altissimo volume..), ma poi ho iniziato a divertirmi.
Anzi, direi che i momenti in cui questo film ti scatena la risata sottolineano degli spunti su cui riflettere.
Riflettere sulla società e le sue convenzioni, che ci imbrigliano e spesso nemmeno ce ne accorgiamo (e se ce ne accorgiamo, è più semplice adeguarci piuttosto che affermare la nostra libertà, perché questo vorrebbe dire combattere in prima persona ed esporci al giudizio degli altri).
ETP

Anonimo ha detto...

Ciao Elena, grazie per il tuo messaggio. Sono contenta che hai "scoperto" questo genere di film con me! Ed è vero che spesso si sceglie di adeguarsi piuttosto che affermare la nostra libertà per paura di perdere l'approvazione degli altri.

Gli esseri umani, purtroppo, sono incapaci di organizzare la vita a favore di se stessi e la perdono al servizio di poteri che negano qualsiasi progetto di autentica libertà e benessere. (Silvano Agosti)

Marzia