sabato 26 dicembre 2009

Corot e l'arte moderna...

Oggi mostra di Corot, l'artista francese considerato dai più come “l’ultimo dei classici e il primo dei moderni”, un ruolo di ponte tra tradizione e modernità.

Cammino decisa, ma con una leggera tensione, verso Piazza Bra alla ricerca del Palazzo della Gran Guardia. All'ingresso rimango piacevolmente sorpresa, non c'è la fila alla biglietteria, chissà forse sono ancora tutti ancora a smaltire i postumi del cenone della Vigilia e del pranzo di Natale.

Una galleria con luce soffusa e musica di sottofondo conduce alla prima sezione della mostra, dedicata al paesaggio come genere, a partire dai canoni della tradizione classica. Passeggio cercando nelle sezione successive l'evoluzione, il rinnovamento e le variazioni personali di Corot. Il mio sguardo è rapito da "Firenze. Veduta presa dai giardini di Boboli, 1834, olio su tela," e la mia anima è avvolta dal paesaggio. Mi richiamano alla realtà, un uomo e una donna, che accanto a me parlano con un'inconfondibile accento francese e commentano con la bellezza sublime della passione tutte le opere esposte.
Rimango accanto a loro anche nella succesive sezione della mostra ed insieme ammiriamo, rapiti dalle vibrazioni della natura e sedotti dalla visione emozionale l'opera di Corot e di Sisley, di Cézanne e Mondrian.
Camille Corot, L’étang à l’arbre penché.


Claude Monet, Les Bords de Seine.

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