
Ultimamente mi sono "ritrovata" tra le mani due libri che in comune hanno dei numeri, o meglio dei numeri interi.
Il primo è il caso letterario del 2008, tradotto in 25 lingue, 900.000 copie vendute e vincitore del Premio Strega: La solitudine dei numeri primi.
Alice e Mattia, due esistenze segnate da un dolore, si incroceranno diventando adolescenti, giovani e infine adulti. I due protagonisti si scopriranno strettamente uniti eppure invincibilmente divisi. Come i primi gemelli: due numeri primi separati da un solo numero pari, vicini ma mai abbastanza per toccarsi davvero.

Il secondo è stato scritto da Yoko Ogawa, una tra le più importanti scrittrici giapponesi contemporanee. La formula del professore, uscito in Giappone nel 2003, ha ricevuto l'anno successivo il premio della Società dei matematici, per aver rivelato ai lettori la bellezza di questa disciplina.
In seguito a un incidente automobilistico, la memoria di un anziano professore dura solo ottanta minuti. Il professore è un genio della matematica, gentile e affettuoso, che passa le giornate a dimostrare complessi teoremi, mentre al tramonto si ferma a contemplare la prima stella della sera. La sua passione per i numeri è incontenibile e riesce a comunicarla con inconsapevole naturalezza, e ad aprire così alla governante e a suo figlio, un universo formato da numeri primi, numeri perfetti, logaritmi, in cui inoltrarsi ogni giorno di più. In pochi mesi, si creerà un legame che con incanto e inconsueta gentilezza, renderà visibile ciò che, come direbbe il professore, è nascosto e aspetta solo di essere scoperto.
In seguito a un incidente automobilistico, la memoria di un anziano professore dura solo ottanta minuti. Il professore è un genio della matematica, gentile e affettuoso, che passa le giornate a dimostrare complessi teoremi, mentre al tramonto si ferma a contemplare la prima stella della sera. La sua passione per i numeri è incontenibile e riesce a comunicarla con inconsapevole naturalezza, e ad aprire così alla governante e a suo figlio, un universo formato da numeri primi, numeri perfetti, logaritmi, in cui inoltrarsi ogni giorno di più. In pochi mesi, si creerà un legame che con incanto e inconsueta gentilezza, renderà visibile ciò che, come direbbe il professore, è nascosto e aspetta solo di essere scoperto.
Senza ombra di dubbio ho amato decisamente di più il tenero professore, la sua grazia e la sua timidezza e la sua elegante compostezza.
Marzia
1 commento:
I numeri interi sono numeri eleganti, provenienti da un altro tempo in cui le cose erano contate sulla punta delle dita. Mi hanno sempre ispirato tranquillità e sicurezza. A differenza dei numeri decimali, che riflettono una attività frenetica, dove tra un numero e l'altro non c'è spazio, dove ogni minimo sforzo deve essere concentrato per salire di una quisquiglia, mentre il numero intero successivo se ne sta lassù, nell'alto del rispetto che si è guadagnato nei secoli ma nella consapevolezza di valere come gli altri, a guardare i nostri miseri sforzi di raggiungerlo.
Posta un commento