
Ogni artista si sa ha il suo demone e quello di Emily Carr è la natura, la forza impetuosa che la separa dal resto del mondo ma che costituisce la fonte più vera della sua ispirazione.

Emily nacque in Canada nella Columbia Britannica e amava profondamente la sua terra, alla quale non rinunciò nemmeno dopo un soggiorno di studio a Parigi. Anzi, con più forza, con più energia, combattendo contro la famiglia, le ottuse convenzioni sociali e i pregiudizi dell'epoca si dedicò alla riproduzione dell’arte nativa indiana e specialmente dei pali totemici da cui era affascinata.
Di recente ho letto il libro di S. Vreeland (l'autrice della Passione di Artemisia) dal titolo "L'amante del bosco", un ritratto indimenticabile non solo di questa maestosa figura d'artista ma anche dei personaggi che hanno segnato la sua vita.
Marzia
6 commenti:
Non conosco la Carr (Frida invece sì, mitica... sto leggendo la sua biografia in questi giorni) e pensa che il libro della Vreeland mi incuriosiva... merita?
Se non lo hai già visto ti consiglio il film dedicato alla vita di Frida Kahlo, prodotto e interpretato da Salma Hayek. Vedrai che colori!
Il libro è piacevole anche ed se il ritmo è un pò lento riesce cmq a trasmette forti emozioni.
Marzia
L'ho visto a inizio anno il film! Mi ha molto colpita! *___*
Possiamo chiamarlo Destino o Caso...
Da un po' ho iniziato "L'amante del bosco" che mi hai prestato e ieri sera ho iniziato la seconda parte: Emily a Parigi cerca un nuovo modo per trasporre con i colori le emozioni così forti che le provocano i pali totemici e...si avvicina alle novità pittoriche del Salon d'Automne dei primi del Novecento.
Oggi, in cerca di svago e di cibo per l'anima, vado al Mart e trovo alcuni quadri dei "les fauves": magari gli stessi che vide lei!
Bè, se non si vuole credere alla casualità o al destino, sarebbe onesto dire che la mostra si intitola "Impressionisti e post-impressionisti": avrei dovuto prevedere un collegamento...
Invece, del tutto sovrappensiero, mi sono trovata ad ammirare un pezzettino di Parigi di un secolo fa.
Che emozione...e un pensierino ad un caffè con poesie al "Café de la Rotonde" l'ho fatto!
Marzia, andiamo a Parigi?
Ciao, ETP
Per associazione d'idee con le tribù indiane tanto amate da Emily e con il pointillisme, ti segnalo la mostra "Tjukurrpa" alla facoltà di Giurisprudenza (Trento): arte aborigena contemporanea australiana.
Sottolineo l'attenzione dei curatori della mostra (studenti) nel predisporre cartelli anche ad altezza bambino.
Tjukurrpa è stato tradotto con Dreamtime alla fine dell'Ottocento, ma l'etichetta è fuorviante: infatti, nella filosofia religiosa aborigena il Tjukurrpa è un concetto che non ha inizio e non ha fine e racconta la creazione del pianeta, quindi non c'è collegamento con il tempo e nemmeno con il sogno.
Nelle opere c'è lo specchio della tradizione, nei colori la forza della terra, nelle immagini la storia della natura.
Il mio quadro preferito si intitola "Seven Sister Dreaming" (autrice: Gabriella Possum Nungurray).
Dal catalogo della mostra (ed. Stella) riporto la storia:
< Sette sorelle viaggiano attraverso un vasto deserto. Improvvisamente si rendono conto di essere seguite da un uomo, chiamato Wati-Nyiru, che vuole sedurle e possederle. Le donne cercano di nascondersi nelle caverne, ma Wati-Nyiru, camuffandosi in varie forme, tenta di ingannarle. Disperate, le sorelle scappano verso la Via Lattea, attraversano un incendio e si trasformano in stelle. Nasce così la costellazione delle Pleiadi. Nel vano tentativo di inseguirle, Wati-Nyiru attraversa il fuoco diventando così la stella Orione, incapace per sempre di avvicinarsi a loro. Secondo la tradizione, ancor oggi, le sette sorelle sono al sicuro, in pace e da lassù proteggono tutte le donne del mondo. >
ETP
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